Soltanto è da confessare, che la nomenclatura di quei gruppi, e in generale tutto ciò che concerne l'uranografia degli Ebrei presenta ancora molti dubbi quanto alla sua interpretazione. I fatti assicurati sono pochi, molte le congetture più o meno incerte. Forse appunto per questa causa numerose discussioni son state fatte, così che assai vi è da dire sull'argomento. Perciò ho creduto opportuno di trattarlo a parte, e di consacrare ad esso tutto il capitolo seguente.
32. La milizia del cielo. Non infrequente è nell'Antico Testamento l'espressione tsebà hasschamajim, che i LXX traducono per d???µe?? t?? ???a???, altre volte per st?at?? t?? ???a???: la Vulgata per militia o exercitus coeli. Non sempre essa è adoperata nel medesimo senso. Talvolta essa significa semplicemente ciò che forma il corredo del cielo, quindi in generale tutti gli astri. Così nella Genesi (II, 1) dov'è detto che "furono compiuti il cielo e la terra, e tutta la loro tsabà, noi dobbiamo intendere tutto il loro corredo; perciò opportunamente i LXX hanno tradotto tsabà per ??sµ?? e la Vulgata per ornatus. In altri luoghi è ovvio intendere la tsebà hasschamajim come esprimente in modo figurato tntta la moltitudine delle stelle, che ben si può comparare ad un esercito o ad una milizia: così in più luoghi di Isaia (XL, 26: XXXIV, 4: XLV, 12). Invece molte volte e specialmente negli scritti posteriori ad Isaia179 per milizia del cielo si deve intendere una classe di astri, a cui per un certo tempo si prestò adorazione presso gli Ebrei.
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