33. Per arrivare a definire quali astri fossero compresi nella milizia del cielo intesa in questo senso, osserviamo primieramente, che menzione di essa comincia soltanto a proposito degli ultimi re d'Israele, i quali sono accusati di aver eccitato l'ira di Dio con l'adorazione della milizia del cielo e con altre empietà180. Questo culto, introdotto sotto l'influenza dell'invasione assira, passò anche alla corte di Giuda ai tempi di Achaz; e non fu abolito che dal pio Giosia181. Quando poi, distrutta Samaria nel 721 av. Cr. ne furono deportati gli abitanti, ed in luogo di questi furono surrogate colonie dedotte da Babilonia, da Cutha e da Sepharvaim, il culto degli astri ebbe occasione di viepiù espandersi in Palestina. Ciò notato, un'altra osservazione si presenta naturalmente, ed è che la milizia del cielo dovette essere compresa in quella classe di astri, della cui adorazione gli Assiri ed i Babilonesi furon maestri agli Ebrei.
Ora il culto astrale di quelle due nazioni comprendeva, oltre al Sole ed alla Luna, anche Venere e gli altri pianeti minori; sono in tutto sette astri, alle cui divinità fu consacrato da Nabucodonosor il gran tempio di Borsippa (oggi rovina sotto il nome di Birs Nemrod), siccome è noto. A questi però non si limitava la teologia babilonese; la quale introdusse ancora come oggetti di venerazione superstiziosa una quantità di spiriti buoni e di spiriti maligni connessi con determinate stelle o gruppi di stelle. Le schiere di questi spiriti o divinità subordinate erano designate dai Babilonesi col nome di milizie del cielo nello stesso modo, che gli spiriti dominatori della terra eran denominati milizie della terra.
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