Ed è probabile che sian stati denominati capretti perchè non molto lontani da Capella (circa 6 gradi), la quale serviva a trovarli più facilmente, essendo essi di luce molto debole. Se questo gruppo, suggerito più da convenzione che da natura, rappresentasse veramente 'ajisch ed i suoi figli, ne verrebbe di necessaria conseguenza che i Greci e gli Ebrei ne abbian ricevuto l'idea da una fonte comune, eventualmente dai Siri o dai Fenici. Ed allora qualcuno potrebbe propor la questione, se siano da ritenere come effetti di un puro caso le assonanze che esistono fra le parole a?? ed 'ajisch da un lato, e fra le parole '??de? ed Ijutho dall'altro. Ma difficilmente in tali materie si potrà arrivare a risultati sicuri; meglio sarà confessare che 'ajisch considerata come cosa differente da 'asch rimane per noi un oscuro enigma208.
44. II. Kesil. Insieme ad altre costellazioni si trova nominato due volte in Giobbe (IX, 9 e XXXVIII, 31) ed una volta in Amos (V. 8). Questo nome in ebraico significa comunemente stolto, ed in tal senso è usato nella Bibbia molte volte, ed anche implica spesso l'idea di empietà. Nel secondo dei passi sopra citati si parla dei suoi vincoli: "Puoi tu sciogliere i vincoli del kesil?". Ciò sembra indicare che in conseguenza di qualche tradizione a noi sconosciuta, gli Ebrei vedessero nell'asterismo kesil la figura di un uomo incatenato a cagione della sua stoltezza o della sua empietà. Fra le più brillanti costellazioni del cielo ve n'è una, ed una sola, che colla disposizione sua convenga ad una tale immagine: essa si adatta perfettamente al caso, presentando in sette stelle di 1a e 2a grandezza la figura grossolana, ma evidente, di un uomo colossale, chiamato Orione dai Greci, al-gebhar (cioè il gigante) dagli Arabi, Sahu dagli Egiziani, e dagli Indiani dal tempo vedico Trisanku.
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