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      La risposta non può esser dubbia. Presso quei popoli, che determinavano il principio del mese dal momento in cui alla sera nel crepuscolo verso ponente appariva la sottil falce della nuova Luna, il principio del giorno non poteva essere altro, che quella fase del crepuscolo vespertino, in cui l'osservazione della falce diventava possibile. Tale fase non poteva esser il tramonto del Sole, perchè in pieno giorno la falce lunare non è ancor visibile; e non era neppure la fine del crepuscolo e il principio della notte completamente oscura, perchè le stelle più brillanti ed i pianeti sogliono diventar visibili assai prima che il cielo sia totalmente annerato; quanto più la falce lunare! Codesta falce suole apparire in un momento intermedio, in cui ancora non si vedon le stelle, ma la luce crepuscolare è già molto diminuita. L'esperienza dimostra che tal momento della prima visibilità dipende da parecchie circostanze variabili da un novilunio all'altro255; ma che si può determinare in modo generale ed approssimato, dicendo che la falce suole apparire quando il Sole si è abbassato sotto l'orizzonte alla profondità di circa 6 gradi. Per la latitudine della Palestina si può ammettere che ciò avvenga, una volta sull'altra, mezz'ora dopo il tramonto del Sole, e un'ora intera prima che, finito il crepuscolo, cominci la notte completamente scura. Dunque, nelle sere di luna nuova, dal momento della visione della falce la durata del crepuscolo è divisa in due parti disuguali, che gli Ebrei chiamavano le due sere, in ebraico 'arbajim.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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