La prima sera costituiva un intervallo di circa mezz'ora, abbastanza chiaro ancora per esser considerato come continuazione e parte del giorno precedente, nel quale si poteva attendere alle occupazioni comuni della giornata; quello insomma, che noi chiamiamo crepuscolo civile256. La seconda sera durava press'a poco un'ora; il suo principio segnava il principio del nychthemeron seguente; la sua fine era al cominciar della notte completamente oscura; al suo sopraggiungere si accendevan le lampade, con che s'inaugurava il periodo notturno. Nel Pentateuco si trova più volte adoperata l'espressione bên ha'arbajim, che significa fra le due sere257, per indicare il momento che separava i due periodi sopra descritti, e segnava per gli Ebrei il principio del giorno civile e religioso. Di speciale interesse è il passo dell'Esodo XXX, 8, nel quale si parla di Aronne che accende le lampade nel Tabernacolo fra le due sere: esso è decisivo circa il significato tanto discusso258 dell'espressione ben ha'arbajim, e dimostra chiaramente che con questa si indica il momento del crepuscolo vespertino, in cui diventando insufficiente la luce naturale, bisogna ricorrere alla luce artificiale259. Certo non si può supporre, che Aronne accendesse le lampade col Sole sull'orizzonte, oppure tardasse ad accenderle quando non ci si vedeva più affatto.
77. La notte era dagli Ebrei designata col vocabolo lajil o lajlah, d'incerta derivazione. La sua durata era divisa dagli Ebrei, ad esempio dei Babilonesi260, in tre guardie o vigilie, mentre i Greci ed i Romani la dividevano in quattro.
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