Pagina (249/604)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Noi troviamo dapprima i due momenti, avanti e dopo mezzodì, in cui nel Tempio si soleva offrir il sacrifizio detto minchah265. Quanto distassero dal mezzodì non si può rilevare. - Altre indicazioni del medesimo genere sono nel calore del giorno o nel calore del Sole266: il declinare del giorno267: l'avvicinarsi della sera268, il tempo di mangiare269.
      Che questo semplice modo di designare le epoche della giornata potesse bastare per lungo tempo ad un popolo di pastori e di agricoltori, ne abbiamo prova dall'esperienza nostra quotidiana. Anche nelle società più colte la maggior parte degli uomini vive senza orologio, e regola ad occhio e croce il tempo con quel grado di precisione che basta ai proprii bisogni. Vi sono nelle campagne contadini assai semplici, i quali guardando al Sole, sanno indicare in ogni stagione l'ora, senza sbagliarsi mai neppure di venti o di trenta minuti.
      Ma l'idea dell'ora, cioè di una divisione regolare del giorno in parti uguali, pare rimanesse sconosciuta agli Ebrei ancora per qualche tempo dopo l'esilio: certo è almeno, che la parola corrispondente non esiste nell'ebraico dell'Antico Testamento, e solo comincia a comparire nei dialetti di Palestina dopo che l'ebraico cessò di esser parlato nell'uso famigliare: dialetti che appartengono al ramo aramaico delle lingue semitiche. Con ciò siamo condotti a considerare la questione del così detto orologio solare di Achaz, il quale sarebbe stato collocato nel palazzo reale di Gerusalemme per ordine di quel Re, 730 anni circa avanti Cristo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Tempio Sole Sole Ebrei Antico Testamento Palestina Achaz Gerusalemme Cristo