82. La parola ma'alah s'interpreta quasi senza eccezione per scalino o gradino di scala272; il plurale ma'aloth puō intendersi anche per una gradinata o scala. Noi dovremo dunque rappresentarci la cosa in questo modo: che Achaz, in occasione delle nuove costruzioni da lui ordinate nel Tempio e nel palazzo reale273, abbia fatto fare una gradinata, detta perciō ma'aloth Achaz, cioč i gradini di Achaz. Su questi gradini si proiettava l'ombra di qualche parte pių alta del rimanente edilėzio; la quale scorrendo di gradino in gradino, si andava abbassando, in quell'ora del giorno in cui si pone il prodigio. Non č impossibile che alcuno usasse quegli scalini come punti di riferimento per regolarsi sul tempo; č questo un procedimento ovvio, e di analoghi se ne praticarono sempre e dovunque. Che che ne sia, nell'intendimento dello scrittore il prodigio fu questo: che dopo esser discesa l'ombra per dieci gradini, essa li risalė d'un tratto al cenno d'Isaia. La seconda delle due narrazioni esposte implicherebbe anche una retrogradazione del Sole, non chiaramente accennata nella prima; un prodigio dunque uguale od anzi maggiore di quello onde si fa merito a Giosuč.
83. I pių antichi interpreti hanno inteso la cosa nel modo che si č detto: cosė i LXX, e la versione siriaca. Ma Simmaco nella sua versione greca (II secolo di Cr.), pių tardi la Vulgata ed i Targum (o interpretazioni dei dottori Ebrei) misero in campo un'altra opinione, che oggi č quasi universalmente ricevuta. Secondo quest'altro modo di vedere, le ma'aloth di Achaz sarebbero state le linee orarie di un quadrante solare collocato per cura di Achaz nella reggia di Gerusalemme, ogni linea costituendo una ma'alah, o grado di progressione dell'ombra.
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