Parimenti osserva la festa della mietitura, delle primizie de' tuoi frutti, di ciò che avrai seminato nel tuo campo; e la festa della ricolta, alla fine dell'anno, quando avrai raccolto i tuoi lavori dal campo
318.
Questo antico uso di cominciare l'anno in autunno dopo la fine dei lavori agricoli fu abolito in un'epoca, che ora più non possiamo determinare con precisione. Il libro II dei Re comincia la storia dello sventurato Uria col dire: "avvenne, che al ritorno dell'anno, al tempo in cui i re escono fuori, David mandò Joab ed i suoi servi con esso, e tutto Israele, e devastarono la terra degli Ammoniti ed assediarono Rabba"319. Qui l'uscir fuori non si può intendere d'altro, che di una spedizione guerresca. Ora è noto, che nell'Asia anteriore, come presso di noi, il tempo consueto di uscir in guerra era la primavera; di ciò un gran numero d'esempi si trova nelle iscrizioni dei monarchi guerrieri d'Assiria320. Dunque in primavera cadeva il principio dell'anno, al tempo in cui furono scritte quelle parole del II libro dei Re. Ammettendo che lo scrittore le abbia desunte da documenti contemporanei o di poco posteriori all'avvenimento, si avrebbe un limite, al quale far risalire l'uso di cominciar l'anno in primavera; limite che non potrebbe esser di molto posteriore al regno di Davide, e ad ogni modo non più recente del regno di Salomone.
In occasione di una guerra avvenuta fra il regno d'Israele e Benhadad re di Siria, dice Elia profeta al re Achab: "va, e raccogli le forze, pondera e guarda a quello che fai: perchè col ritornare dell'anno il re di Siria verrà sopra di te"321. Qui ci troviamo in presenza di un fatto analogo a quello or ora riferito, e la conclusione non può esser diversa.
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