Un terzo esempio del medesimo genere si trova nel libro II della Cronaca, che si riferisce al tempo di Joas re di Giuda: "Ed avvenne che, al ricorrere dell'anno, andò sopra di lui (Joas) un esercito dei Siri, e vennero sopra Giuda e Gerusalemme" ecc.322.
In due altri luoghi della Cronaca323 si parla di una Pasqua solenne, celebrata da Ezechia nel secondo mese, e di un'altra Pasqua solenne, celebrata da Giosia nel primo mese. La Pasqua essendo inseparabile dalla primavera, dall'uno e dall'altro di questi passi risulterebbe, il principio dell'anno esser stato in primavera durante il regno di Ezechia, e durante quello di Giosia.
Finalmente nna bella e chiara indicazione del principio dell'anno per gli ultimi tempi del regno di Giuda si trova presso Geremia324 dove racconta, che nel quinto anno di Jojakim figlio di Giosia "il re sedeva nel suo palazzo d'inverno, nella nona luna, e un bacino ardente era davanti a lui". Ora supponendo che ai tempi di Geremia l'anno cominciasse in primavera con aprile, il nono mese veniva a capitare in dicembre o in gennaio; ciò che giustifica bene l'abitazione d'inverno, e il bacino ardente.
94. Con tali documenti sembra provato in modo soddisfacente, che l'uso di cominciare l'anno in primavera non è stato importato da Babilonia dopo la distruzione del primo Tempio, ma certo si praticava alcuni secoli prima, e probabilmente già al tempo di Salomone325. Che tale uso fosse in pieno vigore presso gli scrittori ebrei dell'esilio e posteriori all'esilio, e che la Pasqua s'intendesse da tutti come fissata nel plenilunio del primo mese, nel mese delle spiche novelle, lo dimostra uno sguardo alle profezie di Geremia, di Ezechiele e di Zaccaria, ai libri dei Re, al Codice Sacerdotale ed alla Cronaca.
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