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      Tuttavia già durante la signoria persiana il lungo contatto coi popoli aramei e più tardi l'influsso del regno di Siria fecero si che anche nell'uso civile a poco a poco s'introducesse presso gl'Israeliti il metodo di incominciare, come facevano i Siri, l'anno in autunno, ritornando così alle antiche norme imparate dai Cananei.
      Quando ciò avvenisse, non si può dire con precisione; certo è tuttavia, che di questo computo civile già si trova l'uso presso Nehemia, il quale in Gerusalemme fungeva come ufficiale civile di Artaserse I327. L'uso di cominciare il principio del settimo mese a suon di tromba sembra indicare che in tal modo s'intendeva di inaugurare l'anno civile. Tale uso infatti è sconosciuto nelle legislazioni anteriori all'esilio, e si trova soltanto nel Levitico (XXIII, 24) e nei Numeri (XXIX, 1), i quali si devono considerare come definitivamente redatti soltanto dopo Nehemia. Alla medesima conclusione si giunge considerando il modo con cui si prescrive il riposo della terra nell'anno Sabbatico (Levit, XXV, 4): "L'anno settimo vi sarà riposo Sabbatico della terra; non seminare in esso il tuo campo, e non potare la tua vigna; non mietere ciò che sarà nato spontaneamente... e non vendemmiare le uve della vigna che non avrai potato; sarà anno di riposo per la terra". Qui, come nell'antica legge del Primo Codice (Exod. XXIII, 11-12) è manifesto che si tratta della semina, della mietitura e della vendemmia di un medesimo anno agricolo, il quale non può cominciare che nell'autunno.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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