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      La stessa osservazione vale anche per l'anno del Giubileo, il quale era prescritto si dovesse inaugurare nel decimo giorno del settimo mese, anch'esso a suon di tromba (Lev. XXV, 9-12), e durava dall'autunno di un anno all'autunno dell'anno seguente. Invece la numerazione dei mesi era sempre quella dell'anno religioso, che cominciava in primavera col 1° mese o col Nisan, almeno per quanto concerne le epoche dell'Antico Testamento. Ma l'uso di cominciare l'anno civile in autunno col Tischri, secondo il modo dei Siri, andò prevalendo sempre più e continuò anche sotto i Seleucidi, sotto gli Asmonei, e nelle scuole giudaiche posteriori; finalmente prevalse anche nel calendario religioso sistemato dai Rabbini nel secolo IV di Cristo, che oggi ancora è in uso.
      96. Si è accennato di sopra come l'anno degli Israeliti fin dai primi tempi fosse regolato secondo il corso del Sole, in modo da rinnovarsi parallelamente alla vicenda delle stagioni (§ 92). Noi dobbiamo ora esaminare questo punto con qualche maggior precisione, ed indicare qual posizione nell'anno ebraico avessero le feste: feste di carattere agricolo, e quindi indissolubilmente legate alle vicende dell'atmosfera e al corso annuo del Sole.
      Nel primo mese, nella sera che chiudeva il 14° giorno e cominciava il 15°, essendo la Luna nel plenilunio328, si celebrava la Pasqua, e la festa continuava per 24 ore fino alla sera del giorno seguente quindicesimo. Cominciava pure colla sera quattordicesima del primo mese la settimana degli azimi e durava sette giorni fino alla sera ventunesima da quella del novilunio.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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