In questo caso il periodo settennale era un semplice intervallo di tempo, di cui il principio e la fne mutavano colle persone e coi luoghi. Un periodo settennale fisso, una vera eptaeteride comune a tutto il popolo ebreo fu invece quella che prescriveva la remissione dei debiti. Anche questa forse da principio non era legata ad epoche comuni a tutto il popolo. Il Primo Codice non ne parla affatto. Il più antico cenno dell'anno di remissione (schemittah) si trova nel Deuteronomio362: "Alla fine di sette anni farai la remissione: e questo è il modo della remissione. Rimetterà ogni creditore ciò che egli ha dato in prestito al suo prossimo ed al suo fratello; egli non perseguiterà il suo prossimo ed il suo fratello, perchè è stata proclamata la remissione di Jahve... Guardati che nel tuo cuore non vi sia un pensiero malvagio, che ti dica: l'anno settimo, l'anno della remissione, è vicino; e non ti faccia volgere l'occhio cattivo verso il tuo fratello, e che tu non gli dia nulla, ecc.". Qui è indicata a chiare note l'esistenza di un periodo fisso e comune ai creditori e ai debitori di tutta la nazione. La cosa è anche confermata da un'altra ordinanza contenuta nello stesso Deuteronomio363, dove è prescritto, che nell'anno di remissione si faccia la lettura della Legge a tutto il popolo. L'uso dell'anno di remissione e del suo ciclo settennale risalirebbe dunque all'epoca di Giosia re di Giuda, sotto il quale, e precisamente nel suo 18° anno (621 av. Cr.), secondo un'opinione antica e molto probabile sarebbe stata proclamata la legislazione profetica contenuta nel Deuteronomio.
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