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      L'anno di remissione sembra esser scomparso dal Codice ed esser caduto dall'uso dopo Nehemia. Di esso non si fa menzione nella legislazione del Giubileo (Levit. XXV e XXVII). Quanto al Sabbato della terra, era certamente in apparenza376 un vantaggio per i proprietari di terre il renderne più rara la rinnovazione, coll'imporla ogni 50 anni invece che in capo a sette; ma d'altrettanto era pure attenuato il benefizio che ne avevano i poveri. Invece un gran benefizio per tutta la nazione ed un effetto morale e sociale importante avrebbe potuto produrre il ritorno delle proprietà ai loro antichi padroni nell'anno del Giubileo; il quale avrebbe avuto per conseguenza d'impedire l'impoverimento delle famiglie e la soverchia accumulazione della proprietà stabile campestre nelle mani di un solo. Facendo Iddio proprietario universale di tutti i terreni e di tutti gli schiavi, e riducendo sè stessi a semplici usufruttuari a tempo limitato, gl'Israeliti avrebbero trovato il modo di impedire (fino ad un certo punto) la soverchia disuguaglianza delle fortune, e data così una soluzione del gran problema sociale che oggi travaglia gli uomini moderni. Nella mente del legislatore la redenzione degli schiavi e il condono dei debiti erano certamente idee strettamente dipendenti dal concetto del ritorno quinquagesimale delle proprietà: il riposo della terra doveva senza dubbio renderne più facile il trapasso dall'uno all'altro coltivatore. Ma l'interpretazione di queste disposizioni nei loro particolari, e più ancora la loro prescritta coesistenza coll'anno Sabbatico, hanno creato gravi difficoltà, che qui non si debbono tacere.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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