Vi sono tuttavia alcune indicazioni di scrittori arabici e siriaci dalle quali si č creduto di poter dedurre un altro significato. Le trascriviamo qui come vengono riferite dal Gesenio nel suo Thesaurus, p. 895 B:
BAR ALI: Ijutho est el-aijūk, una stellarum Tauri; secundum alios Orion. BAR BAHLUL: Ijutho in libro Honaini el- aijūk, quae stella Tauri est et Ghūmel litterae figuram refert, et post Plejades currit: aliis Aldebaran. LEX. ADL.: Ijutho est aijūk; una stellarum: Orion vel Plejades. FIRUZABADI: el- aijūk est stella rutilans parva et lucida in dextro latere Viae Lacteae, quae sequitur Plejades, nunquam praacedit. A questi testimoni si aggiunge una versione arabica della Peschito, dove Ijutho č costantemente tradotto per el-aijūk.
Dall'insieme di queste autoritą (negligendo le indicazioni concernenti Orione e le Plejadi, che sono certamente da escludere) risulterebbe che si debba considerare Ijutho come identico a el- aijūk degli Arabi. Ora č verissimo che nelle uranografie degli Arabi el-aijūk č il nome della stella chiamata dai Greci a??, e da noi, secondo l'uso dei Latini, Capella393; ma č altrettanto vero che gli scrittori sopracitati intendono per el-aijūk un'altra stella, e propriamente Aldebarano, o Aldebarano colle altre Hyadi. La cosa diventerą chiara quando si esaminino accuratamente le loro parole.
Essi dicono che Ijutho č una stella del Toro, ciņ che č falso di Capella, ma vero per Aldebarano. Che č una stella rossa, ciņ che non si puņ dire di Capella, ma č verissimo per Aldebarano.
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