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      Ciò risulta chiaramente dal racconto della inaugurazione del primo Tempio che si legge nel libro primo dei Re417; dove le date sono assegnate in doppio modo, usando cioè dei nomi fenici e dei numeri d'ordine418.
      Io mi propongo di esaminare alcune circostanze concernenti il nome del mese pasquale, che è posto per primo tanto nella serie dei numeri d'ordine, quanto nella serie dei nomi babilonesi. Nel Pentateuco per lo più, e sempre negli altri libri dell'Antico Testamento, esso è designato semplicemente come primo mese, chodesch harischôn419. Fanno eccezione quattro luoghi del Pentateuco, dove per il detto mese è impiegata l'espressione chodesch haabîb, mese delle spiche novelle; e sono Exod. XIII, 4: Exod. XXIII, 15: Exod. XXXIV, 18: Deut. XVI, 1. Un attento esame di questi luoghi fa riconoscere che in tutti e quattro l'espressione chodesoh haabîb è adoperata nello stabilire le prescrizioni concernenti la festa della Pasqua e la settimana degli azimi. Questo fatto ci pone sott'occhio la ragione per cui nel libro della Legge, dove tutti i mesi sono designati sempre col solo numero d'ordine, si faccia eccezione per il primo mese, ed anche per questo soltanto nei quattro luoghi sopra accennati420. Era esso infatti il mese fondamentale, che serviva alla determinazione di tutti gli altri e da cui dipendeva l'epoca di tutte le feste del calendario rituale. Non bastava prescrivere che la Pasqua si celebrasse nel primo mese, nel quattordicesimo giorno contato a partir dal novilunio apparente; era necessario indicare ancora, con regola semplice e chiara, quale delle 12 o 13 lunazioni occorrenti in ciascun anno era da considerare come la prima.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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