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      II. anni 359-331 " " 7 date N = + 13;
      III. Anni 124-101 " " 9 date N = + 12.
     
      Ognuno di questi valori di N è soggetto all'incertezza di alcuni giorni, a cagione del piccol numero di date su cui è fondato. Tuttavia l'accordo è sufficiente nei tre gruppi perchè si possa concludere che nell'intervallo compreso fra gli anni 533-101 avanti Cristo, la posizione dell'equinozio di primavera nel calendario dei Babilonesi è rimasta pressochè invariata. Escludendo le inevitabili fluttuazioni dovute alle irregolarità degli anni lunisolari, si può dire che, per la media di un anno sull'altro, il primo di Nisan, cioè il principio dell'anno babilonese e giudaico, in quei secoli ha ritardato di 11 giorni rispetto al giorno dell'equinozio di primavera. Noteremo che l'intervallo degli anni 533-101 avanti Cristo comprende in sè press'a poco tutte le epoche della storia biblica posteriore all'esilio.
      Questo risultato si può mettere sotto un'altra forma a noi più famigliare. Nel calendario gregoriano attuale (negligendo le piccole irregolarità dovute all' intercalazione quadriennale) si può supporre che l'equinozio di primavera abbia luogo il dì 21 di Marzo. Aggiungendo 11 giorni si arriva al 1° di Aprile. Dunque secondo il corso del Sole e delle stagioni e sotto il punto di vista meteorologico ed agrario, il 1° di Nisan dei Babilonesi e degli Ebrei posteriori all'esilio corrispondeva in media al 1° di Aprile del nostro presente calendario, la Pasqua al 14 di Aprile, l'offerta delle prime spiche al 16 di Aprile; date queste, che in certi anni potevano anticipare o ritardare di 15 giorni e più rispetto alla media.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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