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      Noi vediamo ancora che il chodesch haabīb ebraico e il Nisan babilonese in media corrispondevano all'Aprile gregoriano lungo tutto il loro corso. Quindi č un errore l'equiparare, come spesso si usa, questi antichi mesi al nostro marzo, mentre un'assai migliore e spesso completa coincidenza si aveva con quello stato del Sole e delle stagioni, che corrisponde al nostro presente Aprile gregoriano.
      V.
      La denominazione chodesch haabīb si spiega da se in modo cosģ semplice e soddisfacente col solo sussidio della lingua e della tradizione ebraica, che parrebbe opera superflua il derivarne altre illustrazioni da altre lingue e da altri popoli. Che i Fenici avessero un mese jeraoh Abīb non si puņ ancora interamente escludere, ma non sembra probabile (vedi qui sopra § II). Ma non si deve tacere di qualche tentativo fatto per ricercare in Egitto l'origine di questo nome. Gią nel secolo XVII Andrea Müller, orientalista tedesco, aveva proposto di derivare il nome di Abīb da quello dell'undecimo mese egiziano, il quale, nella trascrizione dei Greci, ci č stato in vario modo tramandato sotto le forme ?p???, ?p??, ?p?p, mentre i Copti (nel dialetto loro del basso Egitto) scrivevano ????, cioč Epip: quest'ultimo nome, secondo la pronunzia del moderno parlare arabico, si č trasformato addirittura in Abīb o Ebīb434. Dalla similitudine di questo nome ebraico Abīb delle spiche in maturazione sarebbe dunque stata suggerita agli Israeliti l'idea di dare a quel mese il nome di Abib, che secondo l'etimologia della loro lingua avrebbe corrisposto ad un fatto reale.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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