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      I patti son questi: che nel primo giorno d'ogni anno i predetti sacerdoti abbiano da offrire alla statua del morto un pane bianco ciascuno, accompagnando inoltre la processione che si farà in onore di lui. In compenso di ciò Haptzefâ dispone, che dei raccolti ottenuti sopra certi poderi, ciascun sacerdote abbia diritto di percepire, per ciascuna unità di superficie di quei poderi, una determinata misura; ciò a titolo di primizie, da erogarsi all'epoca stessa in cui i coltivatori solevano presentare le loro primizie al tempio. Come si vede, l'esecuzione di questo pio legato si doveva svolgere in due epoche distinte; l'una era il primo giorno dell'anno, l'altra il tempo dei raccolti e della presentazione delle primizie.
      Ora il Mahler suppone che le dette due epoche coincidessero insieme. "On New Jear's Day the first fruits had to be brought to the temple". Ma questa coincidenza non appare dal testo in verun modo. Dall'averla supposta il Mahler è condotto ad ammettere che all'epoca delle primizie (stabilità dalla natura in connessione coll'anno tropico) cominciasse per gli Egiziani il 1° Thoth di un nuovo anno, detto da lui anno naturale (Nature-year), diverso senza dubbio dal 1° Thoth dell'anno vago, ed anche diverso dal 1° Thoth dell'anno segnato dal levare eliaco di Sirio. Gli Egiziani avrebbero avuto tre calendari della stessa forma, con mesi ugualmente denominati e terminati ugualmente con 5 epagomeni. Ogni giorno fisico avrebbe corrisposto nei tre calendari a tre date diverse, e ad una medesima data avrebbero corrisposto nei tre calendari tre giorni fisici diversi.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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