Dell'anno naturale supposto dal prof. Mahler per bisogno del caso presente, non si troverą probabilmente in tutto il resto delle antichitą egiziane alcun altro indizio. Il primo giorno dell'anno accennato in quel documento, č senza dubbio il 1° Thoth dell'anno vago, dell'unico anno di cui gli Egiziani si sian veramente serviti, e che perciņ da Tolomeo nell'Almagesto č designato come anno ?at' ????pt????, senza pił445. L'epoca delle primizie era quella in cui, essendosi finito di raccogliere, si aveva modo di fare il pagamento; tale epoca era senza dubbio diversa per i diversi prodotti del suolo.
Prendendo le cose nella loro semplice e nuda realtą, troviamo nella combinazione considerata dal prof. Mahler un solo punto degno di nota; ed č che partendo dal 16 Abīb, un intervallo di 50 giorni ci conduce alla festa delle settimane o delle primizie presso gli Ebrei; mentre partendo dal 16 Epiphi, lo stesso intervallo ci conduce alla festa del nuovo anno presso gli Egiziani. Senza dubbio č questo un fatto curioso; non perņ tale che non possa considerarsi come al tutto casuale. Notisi inoltre che il parallelismo non č perfetto. Il 16 Abīb per gli Ebrei inaugurava la mietitura, ed era contrassegnato dall'offerta solenne delle prime spiche; al 16 di Epiphi invece non corrisponde nei numerosi calendari rituali egiziani finora conosciuti alcuna festa446.
VI.
Riassumendo le cose dette nelle precedenti discussioni, si hanno i seguenti risultati:
I. La speciale denominazione di chodesch haabīb, data al primo mese nei vari testi del Pentateuco contenenti la legge dei riti pasquali e degli azimi, non č cosa accidentale, ma fu posta a disegno per dar regola del tempo in cui tali riti doveansi celebrare.
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