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      Essa definiva nel modo pił semplice e pił chiaro il principio dell'anno rituale.
      II. A determinare la posizione del chodesch haabīb rispetto al corso del Sole ed a far sģ che esso non uscisse fuor di stagione, era necessario stabilire un sistema di lune intercalari. Per questa intercalazione gl'Israeliti si attennero prima dell'esilio all'uso dei Fenici (probabilmente ricevuto per l'intermedio dei Cananei), e dopo l'esilio all'uso dei Babilonesi.
      III. La denominazione chodesch haabīb si spiega in modo semplice e soddisfacente col solo sussidio della lingua e delle tradizioni ebraiche. Non č probabile ch'essa si trovasse fra i nomi di mesi nel calendario fenicio.
      IV. Non č probabile neppure che il nome di Abīb sia derivato dall'Epiphi del calendario egiziano. Tuttavia non č vero che ad una tale derivazione si oppongano difficoltą d'ordine cronologico. Si puņ anzi affermare che verso l'epoca dell'esodo ebraico l'Epiphi dell'anno vago egiziano cadeva press'a poco in quella stagione dell'anno a cui corrispondeva presso gli Israeliti l' Abīb. La teoria dell'Abīb, che il prof. Mahler ha dedotto dalle iscrizioni sepolcrali di Siūt, č priva di fondamento e conduce a risultati storicamente improbabili.
      V. Rispetto all'epoca dell'equinozio di primavera e rispetto al corso delle stagioni, si puņ dire che il mese pasquale degli Ebrei corrispondesse in media al nostro presente aprile gregoriano, e non al marzo come spesso si afferma.
      II.
      ASTRONOMIA DEI GRECIVIII.
      OPINIONI E RICERCHE DEGLI ANTICHI


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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