6. Ma quando si cominciò a tentare la costruzione dei movimenti planetari, diventò palese la necessità di allargare ancora i limiti dell'universo. Noi sappiamo con certezza che l'astronomia teorica ha avuto origine nelle scuole italiche, presso le quali troviamo la più antica notizia della sfericità della Terra453, l'identificazione di Espero e di Fosforo, ed osservazioni assidue del corso degli altri pianeti. Ed è ai Pitagorici che si debbono le prime estimazioni delle misure degli intervalli celesti. Una delle opinioni di queste scuole è riferita da Plinio454, secondo la quale si ponevano dalla Terra alla Luna 126 mila stadi, dalla Luna al Sole due volte tanto, e dal Sole alle fisse tre volte tanto; onde si calcolava la distanza delle fisse 756,000 stadi455. Secondo Plinio, era pur questa l'opinione di Sulpizio Gallo, astronomo romano, il quale annunziò l'eclisse lunare avvenuto nella notte che precedette la battaglia di Paolo Emilio contro Perseo re di Macedonia (- 168).
7. Filolao pitagorico (-460), coetaneo di Socrate, fu il primo che abbia tentato di costruire i cieli secondo un'ipotesi razionale, capace di spiegare i fenomeni allora conosciuti. Gli storici dell'astronomia456 sogliono riguardarlo come autore del sistema, che poi fu detto copernicano; ma le ricerche dei dottissimi Boeckh, Martin ed Apelt457 hanno finito per mettere fuori di dubbio qual fosse la vera natura della costruzione filolaica. Secondo questa dottrina adunque, il luogo centrale era occupato da una massa sferica di fuoco, a cui si trovano assegnati i diversi nomi di focolare dell'universo, di altare della natura, e di madre degli Dei.
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