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      Si supponeva cioè, che delle eclissi lunari, parte fosse cagionata dalla Terra, e parte dall'Antichthon.
      9. In questo curioso schema le dimensioni delle orbite crescevano in progressione geometrica a partire dal centro, di guisa che triplicando il raggio di una di esse si otteneva il raggio dell'orbita consecutiva. Prendendo per unità il raggio della sfera riempita dal fuoco centrale, il raggio dell'orbe per l'Antichthon era eguale a 3; per la Terra a 9; per la Luna a 27, e cosi successivamente fino alla sfera delle fisse, il cui raggio era eguale a 59,049, e conteneva quindi 6561 volte il raggio dell'orbita della Terra.
      10. Ora le notizie frammentarie ed in parte incerte, che l'antichità ci ha lasciato intorno a questi primi ed ingegnosi tentativi dell'astronomia teorica, non ci fanno sapere quale fosse la grandezza dell'unità qui impiegata, e nulla viene indicato intorno alle dimensioni del focolare dell'universo. Solo si può congetturare459, che l'Antichthon fosse riputato eguale alla Terra; nel qual caso è agevole dimostrare, che nello schema di Filolao il raggio del fuoco centrale non poteva esser minore della metà del raggio terrestre460. Ammettendo che il fuoco centrale non sia minore della Terra (è probabile che venisse supposto assai maggiore), si avrebbe per limite inferiore della distanza delle stelle 59,049 raggi della Terra. E sebbene non sappiamo quale fosse l'opinione di quei filosofi intorno alla grandezza del nostro globo, tuttavia è possibile di formarsi dal calcolo precedente un'idea non troppo lontana dal vero delle dimensioni che Filolao e la sua scuola assegnavano alla sfera stellata ed alle orbite dei pianeti.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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