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      19. Eratostene si servì della misura della Terra per determinare anche le distanze e le grandezze dei corpi celesti: e scrisse su questa materia un'opera citata da Macrobio sotto il nome di Libri dimensionum. Egli assegnava alla Luna la distanza di 780 mila stadi, il che è solo la terza parte del vero. Affermava, il diametro del Sole essere 27 volte maggiore di quello della Terra (in realtà è 107 volte maggiore): la sua distanza poi estimava ad 804 milioni di stadi, numero, che, per un caso veramente singolare, coincide colle più esatte determinazioni dei moderni478. Noi facciamo vedere in una nota, che probabilmente Eratostene estimava la distanza del Sole ad una miriade di diametri terrestri, e che il numero sopra riferito non si appoggia ad alcuna misura. Bailly è molto inclinato a riguardarlo come un prodotto dell'astronomia antidiluviana, portata a grande perfezionamento da quel popolo che tutto ci ha appreso, salvo il suo nome e la sua esistenza, e della cui avanzata coltura egli pretende aver scoperto parecchie traccie. (Vedi Hist. de l'Astr. mod. I, 26).
      20. Ipparco di Nicea in Bitinia (-190, -120) fu il più grande astronomo degli antichi tempi: egli inventò e sciolse per il primo quasi tutti i problemi fondamentali dell'astronomia, e pose questa scienza su basi incrollabili. Plinio dichiara che è impossibile lodarlo abbastanza, e Tolomeo suole chiamarlo amico del lavoro e della verità479. Anch'egli avea studiato sopra le misure celesti, e scritto un libro intitolato Delle grandezze e delle distanze.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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