Le sue opere andarono (ad eccezione di una, che forse era la meno importante) interamente perdute; ma Tolomeo nell'Almagesto spesso ricorda i lavori di questo grande uomo, che egli imitò, e seguì in ogni parte della scienza. Noi apprendiamo, che Ipparco impiegava, con sottilissimo artifizio, le osservazioni delle eclissi solari per determinare la distanza della Luna480. Egli scoperse altresì quella diversità di posizione apparente che ha la Luna, quando viene considerata da regioni differenti della Terra; diversità d'aspetto che era molto sensibile anche alle grosse misure di que' tempi, e che dagli astronomi fu detta parallasse. Noi non possediamo particolari intorno alle sue misure; sappiamo soltanto, che nel suo libro or ora citato assegnò per la distanza della Luna diversi valori, compresi fra 33 1/2 e 38 1/2 diametri della Terra. Al Sole dava una distanza venti volte più grande, da 690 a 736 diametri terrestri: onde si vedono qui riprodotti, con poca differenza, i numeri d'Aristarco. Il Sole era, secondo lui, 1050 volte maggiore della Terra in volume, ossia circa decuplo in diametro. Ipparco avea corretto altresì la misura della Terra data da Eratostene, portandola da 252,000 a 277,000 stadi. Nella quale innovazione egli fu, a dir vero, poco felice, perchè la misura di Eratostene già peccava per eccesso.
21. Ipparco avea osservato per circa quarant'anni in Rodi: ed in Rodi nacque, essendo Ipparco già innanzi nell'età, Posidonio, filosofo stoico, grande amatore di astronomia e di geometria (-135, -50). Celebre è la sua misura della Terra, alla quale egli assegnava il giro di 240 mila stadi, approssimandosi così al vero più d'ogni altro fra gli antichi, sebbene le basi del suo calcolo fossero ancora meno esatte di quelle che impiegò Eratostene.
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