È impossibile intendere quel ch'ei si voglia dire, e quale sia l'autore di questa proporzione armonica.
32. Macrobio, il quale ai tempi di Teodosio il Giovane scrisse un Commentario sopra il sogno di Scipione, dopo aver riferito la misura della circonferenza della Terra, secondo Eratostene, 252,000 stadi, ne conclude 80,000 stadi per il diametro, il che è abbastanza esatto. Supponendo poi (non si può dire dietro quale autorità) che la distanza del Sole comprenda 60 diametri terrestri, trova esser tale distanza eguale a 4,800.000 stadi: e dietro una misura assai inesatta dell'ampiezza apparente del disco solare, conclude che il diametro del gran luminare è quasi doppio di quello della Terra. Nei prolissi ragionamenti dell'autore è impossibile rinvenire alcuna traccia delle belle indagini degli astronomi greci. Nè miglior frutto si ricava dalla lettura di Marziano Capella da Cartagine, il quale nel suo Satyricon cita una misura del perimetro terrestre di 406,010 stadi, attribuendola ad Eratostene e ad Archimede. Poco prima egli aveva già attribuito ad Eratostene la sua vera misura di 252,000 stadi: quanto ad Archimede, sappiamo da lui medesimo, per mezzo dell'Arenario, che ai suoi tempi si giudicava la Terra non girare che 300,000 stadi. La misura di Marziano Capella si avvicina molto a quella che ci ha tramandato Aristotele; egli è tuttavia difficile immaginarsi come sia nato il singolare numero di 406,010 stadi, il quale è troppo lontano dal vero perchè lo si possa credere il risultato di una operazione accurata.
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