Da ciò si comprende, che per essi il raggio descritto dalla Terra intorno al fuoco centrale, non era molte volte più grande delle dimensioni della Terra stessa, e che era molto piccolo in confronto colle distanze degli altri corpi dal centro514.
Da questa esposizione chiaro si vede, che Filolao aveva raggiunto nella sua costruzione lo scopo di conciliare in modo approssimativo i fenomeni osservati colla supposizione fondamentale della sua cosmologia, secondo la quale la forza motrice dell'universo dovea trovarsi al centro e operare in virtù delle sole leggi dell'armonia, senza il soccorso di alcun grossolano meccanismo. È altresì evidente, che per chi non volesse collocare il principio motore addirittura nel Sole, questo era l'unico modo di ottenere un tal fine.
In questa interpretazione del sistema cosmico di Filolao, si trova però una grave difficoltà, la quale non fu dissimulata da Boeckh515. Attribuendo infatti alla Terra il movimento circolare intorno al fuoco centrale nello spazio d'un giorno e d'una notte, ed agli altri pianeti i loro periodi speciali, si ottiene di rappresentar bene le osservazioni dei loro circuiti. Ma poichè il moto diurno del cielo qui è un'apparenza cagionata dalla Terra, ne segue che la sfera stellata deve rimanersi affatto immobile: nel qual caso non può dirsi che tale sfera sia uno dei dieci corpi divini destinati a rivolgersi intorno al focolare dell'universo. Tale difficoltà induce Boeckh516 a pensare, che effettivamente Filolao conoscesse il lentissimo moto della sfera stellata intorno ai poli dello zodiaco, di cui una rivoluzione occupa circa 26,000 anni, e che dai moderni chiamasi precessione.
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