Il che è verissimo, quando la rivoluzione diurna si attribuisca alla Terra e non al cielo.
Oltre a questo luogo così importante del trattato delle Leggi, posso addurne un altro, non così lungo, ma anch'esso assai dimostrativo; esso si trova nell'Epinomide, altra opera degli ultimi anni di Platone, la quale, come il suo titolo indica, è un seguito del trattato delle Leggi, e fu, come le Leggi, messo in ordine da Filippo d'Opunte suo discepolo, astronomo e matematico ben conosciuto569. Questo passo, che sembra sfuggito anche all'oculatezza di Gruppe, espone la necessità di studiare i movimenti celesti non solo per saper predire, come Esiodo, il levare e il tramontare delle stelle; ma per acquistare la cognizione degli otto circuiti, e del modo, con cui sette stanno disposti sotto al primo, e con qual ordine descrivano i loro circoli. Parrebbe trattarsi qui nuovamente del primo circuito, cioè del moto della sfera stellata, come nel Timeo; ma Platone stesso ha cura di spiegare come dobbiamo intendere il suo linguaggio. Dopo aver descritto il corso del Sole, della Luna, e dei cinque pianeti, e dato intorno ad essi alcune interessanti notizie, che non fanno al nostro proposito, viene a parlare dell'ottavo movimento; del quale dice; "E converrà pur parlare dell'ottavo circuito, che si può a buon diritto chiamare il mondo superno, il quale si muove in senso contrario agli altri, e trae seco gli altri nel suo movimento: come sembra agli uomini che poco intendono di queste cose. Ma noi bisogna che parliamo di ciò che è sufficientemente noto: perchè la vera scienza di queste cose si manifesta soltanto a quelli, che possedono una piccola parte della retta intelligenza della divinità". (Doc.
| |
Terra Leggi Epinomide Platone Leggi Leggi Filippo Opunte Gruppe Esiodo Timeo Platone Sole Luna Doc
|