E quando nel VII delle Leggi dichiara falsa l'opinione volgare sul corso dei pianeti, ha cura di dimostrare, che l'ignoranza di queste cose è spiacevole agli Iddii ed offensiva per loro: mentre l'allusione rapida che nell'Epinomide fa all'errore di quelli che credono alla rotazione del cielo è tosto neutralizzata coll'osservazione, che bisogna parlare delle cose come sono conosciute e come dal volgo si possono capire. Queste infinite cautele erano suggerite a Platone dal fato d'Anassagora, esiliato per aver sostenuto la materialità del Sole, e appena salvato da morte per l'influenza di Pericle; gli erano suggerite dalla condanna recentissima di Socrate, il quale tuttavia, stando a quanto narra Senofonte nei Memorabili, era assai poco entusiasta della fisica e dell'astronomia. Ancora cent'anni dopo Platone, Cleante Stoico tentò di sollevare i Greci contro Aristarco di Samo, che faceva muover la Terra, scuotendo Vesta dai fondamenti! La dottrina del moto della Terra e del fuoco centrale, lungi dall'esser diffusa in Grecia a quei tempi, come vuole il Gruppe, era anzi probabilmente il privilegio di poche menti elette, e soltanto potè divulgarsi quando la battaglia di Cheronea, sopprimendo in Grecia la libertà politica, le restituì la libertà del pensiero.
Concludendo, diremo: che Platone, il quale nei primi suoi scritti faceva percorrere agli Dei coi loro carri la sommità della volta celeste, che nel Fedone si domanda, se la Terra è piana, oppure rotonda, nei libri della Repubblica e del Timeo ha svolto un sistema geocentrico simile a quello che, perfezionato poi dalla scuola d'Alessandria, rimase in onore per tanti secoli.
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