Completata da Aristotele e da Callippo, questa teoria tenne il campo dell'astronomia fino al tempo, in cui per opera principalmente d'Ipparco invalse la teoria degli eccentri e degli epicicli, molto meno elegante, quantunque più atta a rappresentar bene i fenomeni. Ma neppur allora le sfere omocentriche furono intieramente abbandonate: anzi, combinate alla meglio cogli epicicli, servirono alle dimostrazioni dei Peripatetici, e nel medio evo formarono la base dall'astronomia degli Scolastici e l'ossatura del Paradiso dantesco. E furono ancora per un'ultima volta adottate a base di un nuovo sistema astronomico nel secolo XVI da Girolamo Fracastoro, sotto la cui ispirazione esalarono il canto del cigno, per non viver più che nella storia. Perchè, mentre il Fracastoro sudava invano per adattarle ai fenomeni, in una piccola città della Polonia Copernico preparava inosservato i lavori che doveano mandarle a fascio per sempre.
III. - ERACLIDE PONTICO ED ECFANTO.
Eraclide, detto Pontico da Eraclea Pontica sua patria570, si recò nei suoi giovani anni in Atene, per ivi attendere alla filosofia: ebbe consuetudine con Platone, e diventò uno dei suoi discepoli più illustri. Ciò sembra avvenisse intorno all'anno 360, quindi nell'ultimo periodo della vita di Platone, che morì nel 347. Udì anche gli ultimi fra i Pitagorici; e se crediamo a Diogene Laerzio, attese pure alle lezioni di Aristotele, e di Speusippo, successore di Platone nell'Academia. La relazione che ebbe con i Pitagorici e con Platone divenuto mezzo pitagorico, rende buon conto del progresso che fece nelle speculazioni sulla struttura dell'universo: nulla affatto invece si può scoprire di una affinità delle sue opinioni con quelle che Aristotele esponeva nel Liceo sul medesimo argomento.
| |
Aristotele Callippo Ipparco Peripatetici Scolastici Paradiso Girolamo Fracastoro Fracastoro Polonia Copernico Pontico Eraclea Pontica Atene Platone Platone Pitagorici Diogene Laerzio Aristotele Speusippo Platone Academia Pitagorici Platone Aristotele Liceo
|