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      Restano di lui lunghi frammenti di un trattato morale, del quale non abbiamo qui ad occuparci579.
      Rettamente è stato osservato, che la rotazione diurna della Terra intorno al proprio asse, e la rivoluzione diurna della medesima intorno al fuoco centrale, come fu supposta da Filolao, sono idee intimamente fra loro connesse, e che probabilmente la prima è derivata dalla seconda. Quando infatti, per le navigazioni di Annone fuori delle Colonne d'Ercole, e per le relazioni coll'Asia, cominciò ad allargarsi l'orizzonte geografico, la supposizione di un'Antiterra, invisibile nel nostro emisfero e visibile soltanto nella parte incognita del globo, divenne sempre più inverosimile e pericolosa a sostenere. Il moto traslatorio della Terra intorno al centro dell'universo dovea produrre una sensibile parallasse nella Luna, e questa parallasse sfuggiva tuttora alle osservazioni. Queste considerazioni, e forse anche il desiderio di non scostarsi troppo dalle volgari apparenze del cielo, che a quei tempi sembravano con forza parlare in favor della posizione centrale della Terra, indussero probabilmente gli ultimi Pitagorici a mutare alquanto lo schema di Filolao, adattandolo meglio all'opinione più divulgata, senza nulla però sacrificare dei principi fisici della scuola. Fu dunque conservata al fuoco centrale la sua posizione e la sua missione vivificatrice; ma della Terra e dell'Antiterra si composero due emisferi di un astro unico, al cui centro, immobile ed identico col centro del mondo, fu posto il focolare dell'universo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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