Ora, il sistema d'Eraclide Pontico dava di questa difficoltà una soluzione soddisfacentissima per Venere. Era naturale di cercare, se estendendolo a Marte fosse possibile spiegare il perchè questo pianeta vari di suo splendore in proporzione così sensibile, e perchè nell'opposizione è cosi fiammeggiante, mentre nella prossimità della congiunzione si riduce ad una piccola stella. Gli avversari del Liceo intesero subito, che il pianeta doveva esser alla Terra molto più vicino nell'opposizione che nella congiunzione; che la Terra quindi non era il centro del suo movimento; e che il centro del circolo da Marte descritto, doveva trovarsi sulla retta che dalla Terra va al Sole. Se questa idea balenò nella mente ad alcuno, cui il moto eliocentrico di Venere e di Mercurio fosse già noto, non restava per lui altra conclusione plausibile che quella di mettere nel Sole il centro del circolo di Marte, come quello di Venere e di Mercurio. E se costui era uno dei molti eccellenti geometri di cui la scuola di Platone aveva allora popolato la Grecia, presto egli poteva riconoscere, che con questa supposizione si spiegavano non solo le variazioni di splendore, ma anche le stazioni e le retrogradazioni di Marte, cosa di cui Eudosso non era venuto a capo, e che aveva offerto non piccole difficoltà anche a Callippo medesimo.
Queste nostre congetture, abbastanza per se fondate nella natura delle cose, non sono neppure intieramente destituite di base storica, come apparirà chiaro quando si considerino in relazione al sistema dei circoli eccentrici, il quale ebbe origine press'a poco nella medesima epoca di cui stiamo discorrendo.
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