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      Non sarà inutile perciò entrare in alcune particolarità sul sistema ora nominato, la cui origine ed il cui sviluppo non sembra che fino ad oggi sian stati studiati con sufficiente diligenza.
      Noi leggiamo in Teone da Smirne che Pitagora fu il primo ad intendere come le irregolarità dei movimenti planetari non siano che apparenze prodotte dalla combinazione di più movimenti circolari ed uniformi593. Che per Pitagora si debba qui, come altrove molte volte, intendere i Pitagorici, lo apprendiamo dal sempre ben informato Gemino, il quale nel capo I della sua Introduzione ai fenomeni narra come "i Pitagorici, quando incominciarono a trattare per i primi la questione del moto dei pianeti, supposero circolari ed uguali i movimenti del Sole, della Luna e dei pianeti; e quindi si proposero di risolvere la questione, per qual maniera si potessero spiegare le apparenze per mezzo di movimenti uniformi e circolari"594. Ora, poichè al suo tempo Platone proponeva ai matematici esattamente il medesimo problema sotto il medesimo enunciato595, bisogna concludere che quei Pitagorici che lo risolsero, fossero contemporanei o poco posteriori a Platone; siamo dunque condotti all'epoca degli ultimi Pitagorici, fra cui si può annoverare anche Eraclide Pontico quale capo degli studiosi di astronomia. Quale poi fosse la soluzione data da loro è chiaramente indicato da Simplicio nel Commentario al libro II de Coelo, dove, dopo esposta la teoria di Eudosso sulle sfere omocentriche e i difetti della medesima, dice: "I posteriori adunque, respingendo l'ipotesi delle sfere omocentriche specialmente per questo, che non valgono a spiegare la diversità delle distanze e le anomalie dei movimenti, ad essa surrogarono l'ipotesi degli eccentri e degli epicicli, se pure quella dei circoli eccentrici non fu già ideata dai Pitagorici, come altri narrano, e fra questi Nicomaco, e sull'autorità di Nicomaco, Jamblico"596. Qui dunque s'invoca l'autorità del neopitagorico Nicomaco (ben noto nella storia dell'aritmetica) per appoggiare l'asserzione che ai Pitagorici si deve la prima applicazione dei circoli eccentrici per spiegare le anomalie planetarie.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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