Da questa sua ipotesi sulla causa del flusso consta che Seleuco ammetteva nella Terra il moto rotatorio quotidiano. Sembra che Seleuco immaginasse l'atmosfera terrestre estesa fino al di là della Luna, e rotante insieme alla Terra nello spazio d'un giorno; che il contrasto opposto dalla Luna a questa rotazione derivasse, secondo le sue idee, dalla resistenza opposta da quest'astro, sia per la sua minore velocità di rivoluzione intorno al centro della Terra, sia pel suo moto perpendicolare all'equatore. Ciò dovea collimare assai bene colle osservazioni da lui fatte sul flusso e riflusso del mare eritreo, nel quale aveva scoperto ineguaglianze periodiche, connesse non solo colle fasi della Luna, ma anche colla sua distanza dall'equatore, come ne assicura Strabone (Geogr. III, 5).
Oltre alla rotazione, Seleuco ammetteva nella Terra anche un moto traslatorio, come appare chiaramente dal tratto di Plutarco, che forma il nostro Doc. XLVI. La connessione del suo nome con quello di Aristarco sembra indicare con probabilità, che il moto traslatorio di Seleuco fosse il moto annuo della Terra intorno al Sole.
Per quanto possiam sapere Seleuco è, in occidente, l'ultimo rappresentante della dottrina del movimento della Terra617.
V. - ARYABHATTA E PRITHÙDACA-SWAMI.
Nel lungo intervallo trascorso fra la decadenza della scuola di Alessandria ed il risorgimento delle scienze in occidente, non era da aspettarsi che alcuno proponesse il moto della Terra come tesi scientifica. I sistemi cosmici si riavvicinavano a quelli d'Omero e di Talete, e la stessa rotondità della Terra, durante un certo tempo, fu in Europa una nozione riserbata a menti privilegiate.
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