È questo un dato arbitrario, il cui errore tuttavia non può avere conseguenze molto importanti. La difficoltà derivante da ciò che noi non conosciamo il luogo preciso dell'equinozio di primavera nel calendario babilonese, può essere elusa mediante un artificio speciale.
14 Documento A (K 160, obv., lin. 38). Documento B (K 2321 +3032. rev., lin. 25). Documento C (K 160, obv., lin. 27).
15 I dati più importanti sopra l'origine e la storia dei Manda sono stati raccolti e discussi da H. WINKLER, Untersuchungen zur altorientalischen Geschichte, 1889, p. 109-132. Sopra i differenti loro nomi v. DELITZSCH Assyrisches Handrvörterbuch, p. 87.
16 Per epoche più recenti dell'astronomia babilonese si può ritenere con la maggiore probabilità che il ritardo medio del 1° Nisan rispetto all'equinozio di primavera non si allontanasse molto da N = + 12 giorni. Da un certo numero di equazioni fra le date dei calendari giuliano e babilonese istituite da Epping, Strassmaier e Kugler io ho potuto dedurre il valore approssimato di N per tre epoche a un di presso equidistanti, e cioè:
I. per gli anni 533 - 521 av. Cr. da 13 confronti N = + 10
II. " 359 - 331 " " 17 " N = + 13
III. " 124 - 101 " " 19 " N = + 12
Poichè ognuno di questi valori di N può presentare un'incertezza di più unità, la sola conclusione da trarre è la seguente: che durante lo spazio di tempo 533-101 av. Cr. il ritardo medio del 1° Nisan rispetto all'equinozio di primavera non si allontanò mai molto da 12 giorni. Ma sarebbe imprudente estendere questa conseguenza ai secoli precedenti all'anno 533. Veramente anche per queste epoche non mancano nelle iscrizioni cuneiformi indicazioni di vario genere, ma ad eccezione di una o due, non se ne può ancora far uso.
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