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      6. Che gli Ebrei tuttavia nella parola tehom includessero sempre l'idea di profondità, anche quando si trattava del mare, è provato dalla tradizione, degnissima in questo di fede, dei LXX; i quali invariabilmente hanno considerato quella parola come equivalente ad ?ß?ss??, che indica grande profondità, o anzi propriamente senza fondo. I passi della Bibbia, dove con quella parola s'indicano le parti più basse o più profonde dell'Universo, saranno riferiti più innanzi.
      118 In questi passi è impiegata la parola chug, che significa precisamente circolo; dalla stessa radice deriva mechugah, compasso, presso ISAIA XLIV, 13. - L'espressione orbis terrarum, spesso usata nella Vulgata, si deve intendere che rappresenti (come sempre presso gli scrittori latini) l'insieme delle regioni terrestri conosciute, senza annettervi alcuna idea di circolo. Similmente in questo modo si deve intendere la parola Erdkreis e l'altra addirittura impropria Erdball, che traduttori tedeschi hanno introdotto nella Bibbia là, dove secondo la lettera del testo doveva scriversi Erde semplicemente. Da un luogo d'ISAIA (XI, 12) e da un altro di EZECHIELE (VII, 2), dove si parla delle quattro Kanephôth della terra, si è voluto concludere che gli Ebrei se la figurassero come quadrata; ma con poco fondamento. I luoghi paralleli d'ISAIA (XXIV, 16) e di GIOBBE (XXXVII, 3 e XXXVIII, 13) mostrano che qui si tratta dei contorni o degli estremi lembi del disco terrestre, che erano soprattutto considerati secondo le direzioni dei quattro venti principali (vedi più sotto § 22). Soltanto in questo modo si possono conciliare le quattro Kanephôth colla forma circolare della terra e del cielo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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