177 JUD. V, 20. La parola mesilloth, che sopra si è interpretata per orbite, significa propriamente vie segnate in rialzo sul terreno circostante (via aggesta dei latini): qui s'intende per le vie segnate in cielo al corso diurno delle singole stelle, ciò che noi chiameremmo i paralleli celesti.
178 Vedi pure ISAIA XL, 26: JER. XXXIII, 22: JOB IX, 7: SAP. VII, 19.
179 DEUT. IV, 19: XVII, 3: IV REGUM XVII, 16: XXI, 3, 5: XXIII, 4 e 5: JER. VIII, 2: SOPH. I, 5: II PARALIPOM. XXIII, 3 e 5.
180 IV REGUM XVII, 16.
181 IV REGUM XXIII, 12.
182 SCHRADER. Die Keilinschriften und das Alte Testament 2ª ed., pag. 413.
183 SMITH's Chaldäische Genesis, trad. Delitzsch, Leipzig 1876, p. 303. La parola milizia è rappresentata in assiro da kiŠŠat, che altri traduce per insieme, totalità.
184 Sulla milizia del cielo e sulle rappresentazioni figurate che ne davano i Babilonesi, dovremo ritornare più tardi; vedi §§ 72-73.
185 ISAIA XIV, 12.
186 Analogamente nell'assiro-babilonese il pianeta Venere è talvolta designato col nome di Mustêlil (splendens) derivato dalla radice êlil (splenduit). Vedi SCHBADER, Die Keilinschriften und das Alte Testament, 2ª ed., p. 388.
187 Nei LXX e nella Vulgata occorrono altri passi, in cui è nominato Lucifero o Vespero; i quali però, esaminati in confronto del testo ebraico lasciano qualche dubbio. In alcuni di essi si deve intendere semplicemente l'aurora o la luce del mattino. Così JOB XI, 17 e Ps. CX, 3.
188 Su ciò vedi GESENIUS, Thes. p. 669, dove sono esposte alcune altre interpretazioni, fra cui quella di S. Gerolamo, Kjiun = Lucifero.
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Vedi Keilinschriften Alte Testament Chaldäische Genesis Leipzig Babilonesi Analogamente Venere Mustêlil Die Keilinschriften Alte Testament Nei LXX Vulgata Lucifero Vespero Thes S. Gerolamo Kjiun Lucifero
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