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      La puntazione che dā il suono Kaivan č anche appoggiata dalla trascrizione dei LXX, che č... '?a???? dove l'iniziale P invece del K stava giā probabilmente nel MS. ebraico usato dal traduttore. Infatti nell'alfabeto fenicio (usato dagli Ebrei tino all'epoca dei LXX e pių tardi ancora) le lettere caph e resech si possono facilmente scambiare.
      189 E. SCHRADER, Die Keilinschriften und das Alte Testamen 2Š ed. p. 442-443. Nei libri sacri dei Parsi il pianeta Saturno č designato col nome di Kčvan. Vedi il Bundehesch, Capo V.
      190 ISAIA LXV, 11.
      191 Veggasi la discussione di GESENIUS, Thes. p. 264 e 798. LXX: t? da?ĩ???? t? t???. La Vulgata: qui ponitis Fortunae mensam et libatis super eam, riunisce entrambe le divinitā in una sola.
      192 Con ciō non si vuol dire che gli Ebrei non avessero dei pianeti qualche pių esatta notizia, specialmente dopo di essere venuti in contatto coi Babilonesi. Perō non sembra che l'uso frequente del numero 7 nell'Antico Testamento dipenda in alcun modo dai pianeti: molto meno ancora l'istituzione della settimana ebraica, come sarā mostrato nell'ultimo capitolo di questo libro. La questione č meno semplice per le applicazioni che del numero 7 si fanno nei libri dell'ebraismo post-biblico, dove l'influsso di idee straniere č spesso evidente.
      193 JOEL III, 3: nei LXX e nella Vulgata II, 30.
      194 DEUT. X, 14: III RBGUM VIII, 27: Ps. CXLVIII, 4: II PAR. II, 5: VI, 18: NEH. IX, 6.
      195 Cosė dôr-dorim (generazione delle generazioni) indica un tempo lunghissimo: habel-habalem (vanitā delle vanitā) cose vanissime.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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