99-126). Martin attribuisce per lo più ai documenti cbe ci rimasero intorno alle opinioni astronomiche di quel filosofo maggior fede che io non non faccia. Ma il risultato finale della sua investigazione coincide esattamente con quello da me enunciato.
502 STOBAEI, Eclogae physicae, ed. Meineke, 1860, vol. I, p, 141. - PLUTARCHI, De Placitis philosophorum, lib. II, c. 16. Nel citare il libro De Placitis philosophorum mi servo del nome di Plutarco per brevità, sebbene Plutarco non ne sia l'autore.
503 Secondo Diogene Laerzio, Filolao fu di Crotonia. Gli altri lo fanno Tarentino. V. qui sotto nota (2), p. 420.
504 BOECKH, Philolaos des Pythagorders Lehren und Bruchstücke seines Werkes. Berlin, 1819. A quest'opera mi attengo per tutte le notizie storiche relative a Filolao.
505 BOECKH, Philolaos, p. 65.
506 Id. ibid., p. 91.
507 Id. ibid., p. 99. Il p???????e?d?? (fuoco conico), che i discepoli di Pitagora collocavano nella parte suprema dell'universo (STOBAEI Eclogae, ed. Meineke, vol. I, p. 96), lascia pensare alla luce zodiacale. Boeckh è d'opinione (Philolaos, p. 99) che di questo fuoco superiore dell'Olimpo l'idea fosse derivata dalla Via Lattea, che sarebbe stata considerata come un'emanazione visibile di quello.
508 Che questa fosse opinione generale dei Pitagorici consta da Stobeo (Eclogae physicae, ed. Meineke, vol. I, p. 97).
509 Questa invisibilità del fuoco superiore (a cui mi sembra non siasi finora prestato sufficiente attenzione) scioglie parecchie difficoltà che s'incontrano nello spiegare lo schema filolaico, quali sono quelle riferibili alla natura ed all'ufficio del Sole, alle fasi della Luna ed alle eclissi.
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