La sua autorità non fu intieramente distrutta che quando, per opera di Galileo, di Newton, e dei loro continuatori, fu escluso affatto l’elemento metafìsico dallo studio della natura.
Un’altra condizione, a cui dovettero assoggettarsi i primi che specularono sulla forma dell’universo, fu quella di attribuire a tal forma la maggior possibile semplicità e simmetria di costruzione. Così, nel sistema di Filolao, le orbite dei corpi celesti formano un insieme di circoli descritti intorno ad un centro comune; e la stessa regola, od almeno una simile, si osserva nei vari schemi immaginati da Platone. A questa supposizione fondamentale si attenne pure Eudosso, e tutte le sue sfere immaginò descritte concentricamente alla Terra e intorno ad essa simmetriche34; onde a buon diritto fu dato loro in tempi posteriori il nome di sfere omocentriche. Adottando tale supposizione, il problema diventava assai più difficile, poichè a queste sfere era così tolto ogni movimento di traslazione, e non rimaneva al geometra altro modo di rappresentare i fenomeni, che quello fondato sulla combinazione dei loro movimenti rotatori; ma alla fabbrica del mondo si conservava così un’eleganza, da cui le costruzioni, d’Ipparco e di Tolomeo e degli altri tutti, compreso Copernico, rimasero assai lontane, e che non trovò più l’uguale, fino ai tempi di Keplero. La concentricità delle sfere celesti avea inoltre il vantaggio di non contraddire alla testimonianza dei sensi ed alle opinioni, tuttora rispettate, degli antichi fisici.
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