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      Ma una teoria completa sulla nutazione dell’orbe solare si trova presso Adrasto Afrodisiense, filosofo peripatetico e matematico, il quale viveva verso la fine del primo secolo, o verso il principio del secondo secolo di Cristo, giusta quanto congettura H. Martin55. Copiosi estratti di un suo libro sull’astronomia formano la maggior parte del libro di Teone Smirneo, pubblicato nel 1849 dallo stesso Martin con dottissimo apparato letterario e scientifico, sotto il titolo: Theonis Smyrnaei Platonici liber de Astronomia, Parisiis, 1849. Nel capo XII di quest’opera, Teone, seguendo Adrasto, narra dei movimenti che gli astri erranti (il Sole compreso) hanno in latitudine; enumerando poi le digressioni massime di ciascuno dall’eclittica, dice56: «Il moto del Sole secondo la latitudine nello zodiaco, è affatto piccolo, in tutto una parte sopra 360». Con che è da intendersi, la digressione massima del Sole dalle due parti dell’eclittica essere di mezzo grado. E dopo indicate le digressioni degli altri pianeti, prosegue: «Ma la Luna e il Sole si scostano in latitudine dall’eclittica in modo eguale da ambe le parti, ed in ogni segno». Le quali ultime parole accennano al moto dei nodi dell’orbita lunare e solare sopra l’eclittica. Nel capo XXVII poi57, discorrendo dei periodi in cui la longitudine, la latitudine e la distanza del Sole dalla Terra ritornano ad esser le medesime, dice: «Per il Sole le restituzioni di longitudine, di latitudine, di distanza, e della così detta anomalia, sono tanto vicine fra loro, che ai più dei matematici sembrano affatto eguali, cioè di 365 ¼ giorni.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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