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      Ma allorquando si pensa, che la variazione dell’obliquità suddetta non arriva a mezzo secondo in un anno, e richiede quindi 7200 anni per sommare ad un grado; e quando si riflette, che ai tempi d’Eudosso l’ampiezza di un grado ancora si confondeva fra gli errori di osservazione, non saremo troppo disposti a concedere all’opinione di Bailly molta probabilità. Malgrado la diligenza degli osservatori Alessandrini e quella degli Arabi e degli Europei, l’obliquità dell’eclittica fu ritenuta come costante ancora ai tempi di Ticone, e non sono ancora 200 anni che la sua diminuzione è generalmente ricevuta dagli astronomi.
      Con maggior apparenza di verità, il professore Lepsius, nella sua classica opera Sulla cronologia degli Egiziani69, ha interpretato il movimento della terza sfera solare di Eudosso come un indizio, che Eudosso già avesse cognizione della precessione degli equinozi, e che l’avesse imparata dagli Egiziani. Escludendo per ora gli Egiziani da questo discorso, io esaminerò soltanto la parte che concerne Eudosso, e porrò la questione: 1.° la terza sfera solare d’Eudosso può interpretarsi in un senso consentaneo ad un movimento di precessione? 2.° si ha nel sistema d’Eudosso qualche argomento decisivo per attribuirgliene o per negargliene la cognizione?
      Relativamente alla prima di queste due questioni, sembra che le ricerche precedenti non possano lasciare il minimo dubbio. Infatti le testimonianze di Aristotele, di Attalo Rodio e di Simplicio, che qui sopra abbiamo addotto, si accordano perfettamente fra loro.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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