Pagina (62/438)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il moto de’ pianeti nell’elica è infatti avventizio, e prodotto dalla combinazione di due movimenti di quegli astri». Descrive quindi Dercillide, come un’elica nasce dalla combinazione del moto zodiacale e del moto diurno dei pianeti, e ne indica molto chiaramente il risultamento finale, che è identico all’elica descritta da Platone nel Timeo.
      Questo passo ci apprende da prima, che esistevano certi filosofi o astronomi confutati da Dercillide, i quali spiegavano i movimenti erratici dei pianeti per mezzo di linee elicoidi e simili alla linea ippica. Per noi costoro non possono esser altri che Eudosso, e quelli che gli succedettero nel professare e nel perfezionare il sistema delle sfere omocentriche; le linee elicoidi e simili all’ippica non sono altro che le diverse ippopede dei diversi pianeti.
      DAL MEDESIMO PURE INTENDIAMO, CHE NON DIRITTAMENTE DERCILLIDE ASSIMILAVA ALL’ELICA DI PLATONE LE LINEE ELICOIDI E L’IPPICA. NON È FACILE VEDERE, COME L’ELICA DI PLATONE ABBIA SOMIGLIANZA CON UNA LINEA QUALUNQUE DESCRITTA DA CAVALLI. VERAMENTE DERCILLIDE POCO PIÙ SOTTO AVVERTE, ESSER DUE LE SPECIE DI ELICA, CIOÈ QUELLA SIMILE ALLE SPIRILLE DELLA VITE ED ALLE CIRCONVOLUZIONI DELLE SCITALE LACONICHE (L’ELICA CILINDRICA DEI MODERNI), ED UN’ALTRA ELICA PIANA, CHE EGLI ANCHE INSEGNA A DESCRIVERE, ED È SEMPLICEMENTE UNA SINUSOIDE PIANA INDEFINITA, CORRENTE FRA DUE LINEE PARALLELE. QUESTA SINUSOIDE, SECONDO H. MARTIN, È L’IPPICA DI DERCILLIDE; ANZI L’IPPOPEDA DI EUDOSSO NON SAREBBE, SECONDO LUI, DIVERSA DA TAL SINUSOIDE. IN QUESTO IO MI PERMETTO DI ESPRIMERE UN PARERE CONTRARIO A QUELLO DELL’EGREGIO ESPOSITORE DI TEONE; PERCHÈ: 1.° DERCILLIDE IN NESSUN LUOGO ACCENNA ALLA IDENTITÀ DELL’IPPICA COLLA SUA PRETESA ELICA PIANA. 2.° QUESTA È DERIVATA PER SVILUPPO CILINDRICO, NON GIÀ DALL’ELICA PLATONICA, MA DAL SOLO E SEMPLICE CIRCOLO OBLIQUO DELLO ZODIACO, ONDE LA SUA FUNZIONE È PERFETTAMENTE IDENTICA A QUELLA DI QUESTO CIRCOLO, ED ESSA NON SPIEGA GLI ERRAMENTI DEI PIANETI PIÙ CHE QUESTO CIRCOLO NON FACCIA. 3.° NON SI COMPRENDE COME L’IPPICA PLANETARIA, CHE È UNA CURVA ESSENZIALMENTE SFERICA E RIENTRANTE IN SÈ MEDESIMA, POSSA IDENTIFICARSI ALL’ELICA PIANA DI DERCILLIDE, LA QUALE È INDEFINITA. 4.° EUDOSSO NON HA POTUTO IMPIEGARE PER LE SUE IPOTESI UNA LINEA, CHE NON PRESENTA ALCUN MEZZO DI SPIEGARE LE RETROGRADAZIONI DEI PIANETI; INFATTI IL CORSO NELLA SINUSOIDE È SEMPRE DIRETTO, E NON MAI RETROGRADO. 5.° PER QUANTO IO SAPPIA, LA SINUSOIDE NON HA, PER LA SUA FORMA, ALCUN TITOLO SPECIALE AD ESSER DENOMINATA CURVA IPPICA. 6.° FINALMENTE, ESSA NON PUÒ IDENTIFICARSI COLLA IPPOPEDA D’EUDOSSO PER LA SEMPLICE RAGIONE, CHE I MOVIMENTI DELLE SFERE PLANETARIE, COSÌ CHIARAMENTE DESCRITTI DA ARISTOTELE E DA SIMPLICIO, NON POSSONO PRODURLA IN ALCUNA MANIERA. — IO CREDO PIUTTOSTO, CHE DERCILLIDE, CON QUELLA SUA DIGRESSIONE AFFATTO FUOR DI LUOGO SOPRA UNA CURVA INUTILISSIMA PER L’ASTRONOMIA, ABBIA VOLUTO FAR POMPA DI SAPERE GEOMETRICO, ANZI CHE ESPORRE LA NATURA DELLA LINEA IPPICA, LA QUALE EGLI NON INTENDEVA BENE. EPPERCIÒ LA CITAZIONE CHE DERCILLIDE FA, DELL’OPINIONE DI COLORO, I QUALI VOLEVAN DERIVARE GLI ERRAMENTI DEI PIANETI DALLE LINEE ELICOIDI E SIMILI ALL’IPPICA, RIMANE PER NOI SOMMAMENTE PREZIOSA E CONFERMATIVA DELLE COSE IN QUESTO ARTICOLO DICHIARATE, SEBBENE IL FILOSOFO PLATONICO CO’ SUOI COMMENTI FUOR DI LUOGO NE ABBIA RESO IL SENSO ALQUANTO OSCURO.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Dercillide Platone Timeo Dercillide Eudosso