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      Partendo da quest’ultima fase, in un’ottava parte della rivoluzione periodica, il pianeta da C giunge alla prima massima digressione in latitudine D; in un secondo ottavo percorre l’arco DE e ritorna all’eclittica; e così in eguali intervalli di tempo, tutti di un ottavo della rivoluzione sinodica, compie gli spazi EF, FO, OG, HI, IC ritornando in C alla congiunzione superiore col Sole, per ricominciare un simile corso in un’altra parte dello zodiaco. Manifestamente le digressioni trasversali di 9’ da ambe le parti dell’eclittica si possono considerare come trascurabili affatto per le osservazioni di quei tempi: onde l’effetto realmente sensibile di questo movimento così complesso si riduceva al moto di longitudine, il quale insomma non è altro che una retrogradazione compresa fra due stazioni distanti fra loro circa sei gradi, che è appunto quanto potevano aver osservato gli astronomi di quel tempo. L’anomalia solare di Saturno poteva dunque rappresentarsi dall’ipotesi d’Eudosso con una esattezza eguale ed anzi superiore a quella della osservazioni.
      2. GIOVE. PEL MOTO DI GIOVE VALGONO PRECISAMENTE LE MEDESIME RIFLESSIONI. IO TROVO, CHE SUPPONENDO L’INCLINAZIONE DI 13°, SI OTTIENE UNA IPPOPEDA LUNGA 26° E LARGA DUE VOLTE 44’. SE, MENTRE L’IPPOPEDA DESCRIVE COL SUO CENTRO LA RIVOLUZIONE ZODIACALE IN 12 ANNI, SI FA DESCRIVERE AL PIANETA LA SUA RIVOLUZIONE SINODICA SULL’IPPOPEDA IN 13 MESI97, LE DIGRESSIONI MASSIME DEL PIANETA DALLE DUE PARTI DELL’ECLITTICA NON RIUSCIRANNO DI 0° 44’ E SARANNO ANCORA INSENSIBILI ALLE OSSERVAZIONI, MENTRE L’ARCO DI RETROGRADAZIONE SARÀ DI CIRCA 8°. LA LINEA DESCRITTA DAL PIANETA DALLE DUE PARTI DELL’ECLITTICA DURANTE UNA RIVOLUZIONE SINODICA SARÀ RAPPRESENTATA DALLA FIG. 15, NELLA QUALE LE DIMENSIONI TRASVERSALI SONO STATE ESAGERATE NEL RAPPORTO 3: 10, PERCHÈ SI POTESSERO DELINEARE CHIARAMENTE LE CIRCONVOLUZIONI DELLA CURVA.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Sole Saturno Eudosso