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      La seconda sfera poi li fa muovere nel giro dei dodici segni, come quella che si aggira intorno ai poli dell’eclittica, e trasporta verso le parti conseguenti dello zodiaco141 le altre due sfere coll’astro, nel tempo che ciascun pianeta a noi sembra percorrere il detto circolo. La terza sfera, che ha i suoi poli nella seconda collocati lungo l’eclittica, rivolgendosi da mezzodì a settentrione e da settentrione a mezzodì, conduce seco la quarta, che porta l’astro, e cagiona il movimento di questo in latitudine. Nè però è sola a produrre questo effetto; perchè, quanto seguendo la medesima (terza sfera) l’astro si è avanzato verso i poli dell’eclittica e si è avvicinato ai poli del mondo, (di altrettanto retrocedendo) la quarta sfera, che gira intorno ai poli del circolo obliquo su cui è l’astro, e compie la sua rivoluzione in senso contrario alla terza da levante verso ponente in egual tempo, gli fa di più traversare l’eclittica, obbligando l’astro a descrivere da ambi i lati di questo circolo la (linea curva) detta da Eudosso ippopeda. Questa occupa appunto (co’ suoi flessi) tanta larghezza, quanto è il moto dell’astro in latitudine; ciò che fu causa di rimproveri contro di Eudosso. Tale è il sistema delle sfere secondo Eudosso: ventisei di numero, distribuite sopra sette (astri), cioè sei per il Sole e per la Luna, e venti per gli altri cinque.
      7. Callippo Ciziceno, il quale studiò con Polemarco conoscente d’Eudosso, venne con esso Polemarco in Atene per conversare con Aristotele sulle invenzioni d’Eudosso, e per rettificarle e completarle col suo concorso.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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