Ora, se poniamo che Marte percorra l’eccentrico con moto uniforme secondo l’ordine inverso dei segni177 impiegando nei suoi ritorni (da un apogeo all’apogeo consecutivo, e da un perigeo al perigeo consecutivo) un tempo uguale al periodo della sua rivoluzione sinodica; è manifesto, che il pianeta farà le sue opposizioni nei tempi e nei luoghi voluti, e che in tali opposizioni avrà anche luogo il suo massimo splendore. Inoltre, (e questo è il punto più importante) se il rapporto della distanza TO (o dell’eccentricità) al raggio OR dell’eccentrico sarà stato scelto a dovere, si spiegheranno, in un colle variazioni di splendore, anche i movimenti irregolari del pianeta, le sue retrogradazioni; il che manifestamente sarebbe stato impossibile mantenendo l’accentro in posizione fissa.
UNA QUESTIONE IMPORTANTE ALLORA SI PRESENTÒ. LA RAPPRESENTAZIONE DEI MOVIMENTI E DEGLI SPLENDORI DI MARTE DIPENDEVA UNICAMENTE DAL RAPPORTO DEL RAGGIO DELL’ECCENTRICO ALLA SUA ECCENTRICITÀ. DALLE OSSERVAZIONI PERTANTO SI POTEVA DEDURRE IL RAPPORTO DI QUESTE LINEE, MA NON LA LORO LUNGHEZZA ASSOLUTA. SI SAPEVA CHE IL CENTRO O DELL’ECCENTRICO DOVEVA GIACERE COSTANTEMENTE NELLA DIREZIONE DEL SOLE; RESTAVA A DIRE, A QUALE DISTANZA. MA LA SOLUZIONE DI TAL QUESITO NON POTEVA ESSER DUBBIA PER UN FISICO. NON POTENDOSI AMMETTERE NEL MONDO CIRCOLAZIONI INTORNO A PUNTI IDEALI, TUTTO INDICAVA CHE IL CENTRO DELL’ECCENTRICO E DEL GIRO SINODICO DI MARTE DOVESSE PORSI NEL SOLE MEDESIMO, IL QUALE GIÀ DA ERACLIDE ERA SUPPOSTO CENTRO AI GIRI SINODICI DI MERCURIO E DI VENERE. ERA INSOMMA UNA SEMPLICE ESTENSIONE DEL SISTEMA DI ERACLIDE PONTICO; MARTE DIVENTAVA ANCH’ESSO SATELLITE DEL SOLE, LA SUA CIRCOLAZIONE SECONDARIA ESSENDO RAPPRESENTATA DAL SUO MOTO SULL’ECCENTRICO.
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Marte
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