EPICICLI. — La prima era costituita dalla speciale forma di circolazione di Mercurio e di Venere intorno al Sole; la quale fu evidentemente il primo germe, da cui derivò la teoria dell’epiciclo mosso sopra un deferente concentrico. Qui il deferente era l’orbita del Sole intorno alla Terra; l’epiciclo era l’orbita secondaria del pianeta intorno al Sole. Era manifesto, che il carattere geometrico dei moti di Mercurio e di Venere non sarebbe cambiato, quando il centro della loro circolazione secondaria fosse rappresentato, non fisicamente dal Sole, ma soltanto geometricamente da un punto ideale. Anche sopprimendo il Sole, le stazioni e le retrogradazioni di quei due pianeti si sarebbero spiegate egualmente179. Quindi nacque il problema di esaminare, se anche le ambagi dei tre pianeti superiori non avrebbero potuto essere spiegate con una circolazione secondaria lungo un epiciclo intorno ad un centro ideale dotato, come il Sole, di circolazione primaria intorno alla Terra. Il successo di questo tentativo fu l’origine della teoria generalizzata degli epicicli, nella quale i raggi e le velocità si ponevano affatto liberi da ogni condizione, e di cui Eraclide Pontico aveva veduto in cielo un primo esempio particolare. Sotto la nuova forma generale ed astratta, l’epiciclo ed il deferente insieme associati costituivano un meccanismo utilmente applicabile dappertutto, dove si trattasse di dare una rappresentazione puramente geometrica di anomalie aventi carattere periodico.
10. QUEST’IPOTESI DEGLI EPICICLI INTRODUCEVA PERÒ UNA DIFFICOLTÀ, LA QUALE DA PRINCIPIO DOVETTE SEMBRARE POCO MENO CHE INSUPERABILE ALLA MENTE DEGLI ANTICHI FILOSOFI, CIOÈ LA CIRCOLAZIONE DI UN ASTRO INTORNO AD UN SEMPLICE PUNTO IDEALE, PRIVO IN NATURA DI OGNI VISIBILE CONTRASSEGNO. INFATTI NON SI HANNO NOTIZIE PRECISE INTORNO AL SUO USO PER PIÙ D’UN SECOLO, SEBBENE OFFRISSE UN MODO ECCELLENTE DI SPIEGARE I FENOMENI SENZA PUNTO SCUOTERE LA TERRA DALLA SUA POSIZIONE IMMOBILE AL CENTRO DEL MONDO. MA ESSA INCONTRÒ INVECE IL FAVORE DEI MATEMATICI, I QUALI, SEGUENDO L’AVVISO DI ARISTOTELE, NEL COSTRUIRE IPOTESI ASTRONOMICHE NON CERCAVANO DI DETERMINAR LE COSE COME STANNO VERAMENTE IN NATURA, MA SOLTANTO ASPIRAVANO A TROVARE PEI MOVIMENTI CELESTI UNA RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA NON RIPUGNANTE AI FENOMENI, ED OPPORTUNA AL LORO CALCOLO ED ALLA LORO PREDIZIONE180. A TALI UOMINI ERA PERFETTAMENTE INDIFFERENTE, CHE IL CENTRO DI UNA CIRCOLAZIONE DA LORO SUPPOSTA IN CIELO FOSSE VUOTO, OD OCCUPATO DA UN ASTRO QUALSIASI. APOLLONIO DI PERGA SEMBRA SIA STATO IL PRIMO AD ILLUSTRARE LA TEORIA DEGLI EPICICLI, MOSTRANDO IN QUAL MODO ELEGANTE SI POTEVA IN ESSA DETERMINARE COL CALCOLO LE EPOCHE ED I LUOGHI DELLE STAZIONI, LE AMPIEZZE E LE DURATE DELLE RETROGRADAZIONI. PIÙ TARDI LA FACILITÀ E LA CHIAREZZA DI QUESTO MODO D’INTERPRETARE IL CORSO APPARENTE DEI PIANETI CONCILIARONO AD ESSO IL FAVORE ANCHE DEI FILOSOFI, SPECIALMENTE DEI PERIPATETICI, DOPO CHE EBBERO ABBANDONATE, COME INSUFFICIENTI, LE SFERE OMOCENTRICHE. ANZI IN PROGRESSO DI TEMPO I PERIPATETICI TROVARONO IL MODO DI EVITARE LA DIFFICOLTÀ E LA SCONVENIENZA DI ASSUMERE UN SEMPLICE PUNTO MATEMATICO QUAL CENTRO DI CIRCOLAZIONE. NELL’IPOTESI EPICICLICA OGNI PIANETA POTENDO CONSIDERARSI A PARTE, ED ESSENDO LA SUA TEORIA AFFATTO INDIPENDENTE DA QUELLE DEGLI ALTRI, L’ORDINE E LA GRANDEZZA DELLE LORO SFERE RIMANGONO INTERAMENTE ARBITRARI. QUINDI NACQUE LA POSSIBILITÀ DI DARE A DETTA IPOTESI UNA NUOVA FORMA, QUELLA CIOÈ DELLE SFERE SOLIDE, IN CUI L’EPICICLO È SURROGATO DA UNA SFERETTA INCASTRATA NELLA GROSSEZZA DI UNA SFERA CAVA PIÙ GRANDE E CONCENTRICA AL CENTRO DEL MONDO, RAPPRESENTATIVA DEL DEFERENTE181. CON QUESTO ERA RISOLUTA LA PRINCIPALE OBBIEZIONE CHE L’ANTICA FISICA POTEVA OPPORRE ALLE TEORIE EPICICLICHE; LA PARTE FÌSICA DEL SISTEMA DIPENDEVA DAI MEDESIMI PRINCIPI, CHE AVEVANO CONSIGLIATO AD ARISTOTELE L’ADOZIONE DELLE SFERE D’EUDOSSO; NÈ IL MECCANISMO DELLA ROTAZIONE DI TANTE SFERE PRESENTAVA PIÙ DIFFICOLTÀ IN UN CASO CHE NELL’ALTRO. VERSO IL PRINCIPIO DELL’ERA VOLGARE IL SISTEMA DELLE SFERE SOLIDE SI TROVA ACCETTATO TANTO DAI PLATONICI CHE DAI PERIPATETICI; È QUELLO ESPOSTO DA ADRASTO AFRODISIENSE E DA TEONE SMIRNEO, E DOPO DI LORO DA MOLTI ALTRI SCRITTORI DELL’ANTICHITÀ E DEL MEDIO EVO ARISTOTELICO. TOLOMEO POI EBBE DA ULTIMO IL VANTO DI DARE ALL’IPOTESI EPICICLICA PRESS’A POCO TUTTA LA PERFEZIONE DI CUI È CAPACE, COMBINANDO L’EPICICLO COL DEFERENTE ECCENTRICO FISSO, E SEPARANDO IL CENTRO DELLE DISTANZE UGUALI DAL CENTRO DEI MOTI ANGOLARI UGUALI. VERAMENTE IN TAL GUISA IL PRINCIPIO DEL MOTO UNIFORME NELLA CIRCOLAZIONE DEGLI ASTRI INTORNO A DETERMINATI CENTRI RICEVEVA UNA GRAVE OFFESA; MA ORAMAI DOPO I LAVORI D’IPPARCO ERA DIVENTATO MANIFESTO, CHE UN TAL PRINCIPIO NELLA SEMPLICE ED ASSOLUTA SUA FORMA ORIGINARIA NON POTEVA PIÙ BASTARE AI FENOMENI, QUALI RISULTAVANO DALLE OSSERVAZIONI PIÙ PERFETTE DI QUEL GRANDE ASTRONOMO E DEI SUOI SUCCESSORI. E TALE FU LA SERIE DI MODIFICAZIONI, PER CUI PASSÒ L’IPOTESI DEGLI EPICICLI, IN QUASI CINQUE SECOLI CHE CORSERO DA ERACLIDE PONTICO FINO A TOLOMEO.
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Mercurio Venere Sole Sole Terra Sole Mercurio Venere Sole Sole Sole Terra Eraclide Pontico
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