42. Il Bergk231 non ha accettato questo modo di vedere, e con ragione. Per lui l’anomalia di Eraclide appartiene al Sole, e deve riferirsi al moto di questo lungo l’eclittica; il quale si sa essere ora più ora meno veloce, ed è quello a cui si deve l’ineguale durata delle quattro stagioni, già scoperta cent’anni prima da Eutemone. Eudosso non l’avea voluta ammettere; ma Callippo, contemporaneo di Eraclide, la confermò con osservazioni molto più esatte di quelle di Eutemone, ed anche aggiunse due sfere alle sfere omocentriche solari di Eudosso, per renderne ragione232. Quest’ idea, che già prima del Bergk aveva adottata H. Martin, seduce a primo aspetto, e la supposizione che si tratti di un’anomalia propria al corso del Sole, può sembrare a molti la più semplice e la più naturale. Nè dal punto di vista storico esiste alcun motivo di negare, che di tale anomalia qualche notizia potesse essere giunta anche ad Eraclide Pontico, sebbene in generale di simili minuzie si curassero più i matematici che i filosofi, e l’esempio di Eudosso potesse anche trattenere questi ultimi dall’approvare una tale novità. — Ciò che rende inaccettabile l’interpretazione è, che con essa dalle parole di Eraclide non si può ricavare senso plausibile alcuno, se dal puro significato grammaticale delle parole si voglia passare al fatto astronomico, che quelle parole sono destinate ad esprimere. Non occorre infatti grande discorso per far intendere, che il problema di spiegare l’anomalia del moto solare apparente offre appunto le stesse difficoltà, anzi è proprio il medesimo, sia facendo girare il Sole intorno alla Terra, sia facendo girare la Terra intorno al Sole: il sostituire una considerazione all’altra non avanza la questione d’un punto, e non spiega nulla.
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