Pagina (165/438)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      VIII. RIASSUNTO DELLE CONCLUSIONI PRINCIPALI.
      55. I risultati ottenuti nei capitoli che precedono si possono ordinatamente e brevemente riassumere nel modo che segue:
      I. - Nelle più antiche loro costruzioni del sistema cosmico, i Greci partirono dall’idea che tutte le circolazioni dei corpi celesti dovessero farsi simmetricamente intorno ad un unico centro, coincidente col centro dell’universo. Tale è il concetto che domina nel sistema di Filolao, nei due schemi esposti da Platone nel X della Repubblica e nel Timeo, e che forma la base fondamentale delle sfere omocentriche di Eudosso.
      II - L’IDEA D’INTRODURRE UNA CIRCOLAZIONE PARZIALE DI ALCUNI ASTRI INTORNO AD UN CENTRO DIVERSO DA QUELLO DEL MONDO NON FU PRODOTTO DI SPECULAZIONE TEORETICA, MA FU RISULTATO DIRETTO DELL’OSSERVAZIONE. LO STUDIO DEI MOVIMENTI DI MERCURIO E DI VENERE, E DELLE VARIAZIONI DEL LORO SPLENDORE APPARENTE CONDUSSE ERACLIDE PONTICO A PORRE NEL SOLE, E NON NELLA TERRA, IL CENTRO DELLE LORO ORBITE. CON QUESTO EGLI OTTENNE NON SOLO IL MODO DI RAPPRESENTARE LE ANOMALIE DEL LORO CORSO ZODIACALE MOLTO PIÙ SEMPLICEMENTE ED ESATTAMENTE CHE AD EUDOSSO NON FOSSE RIUSCITO DI FARE COLLE SFERE OMOCENTRICHE; MA GIUNSE FINO AD UN CERTO PUNTO A SPIEGARE LE VARIAZIONI NELLA LORO DISTANZA. QUESTA FU LA PRIMA FORMA, SOTTO CUI FU CONCEPITA L’IPOTESI DEL MOTO DI UN ASTRO SU DI UN EPICICLO MOSSO ALLA SUA VOLTA SOPRA DI UN DEFERENTE CONCENTRICO COLLA TERRA.
      III. - Le grandi variazioni dello splendore apparente di Marte avevano reso in ogni tempo assai difficile l’ammettere, che nella Terra fosse il centro della sua circolazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Greci Filolao Platone Repubblica Timeo Eudosso Marte Terra