.... vis torva Leonis,
Quem rutilo sequitur collucens corpore Virgo;
e a p. 25 dice del Cigno
Hic se jam totum coecas Equus abdit in umbras, Quem rutila fulgens pluma praetervolat Ales;
nei quali luoghi rutilus significa certamente color rosso. Pertanto è manifesto, che il passo qui sopra allegato non ha alcuna importanza per la questione che stiamo discutendo.
2. Germanico Cesare nella sua versione di Arato nulla accenna, descrivendo il Cane, del color rosso di questo, o di Sirio; ma pochi versi dopo, parlando della Lepre, dice (p. 80):
AURITAM LEPOREM SEQUITUR CANIS, EL FUGIT ILLE;
URGETUR CURSU RUTILI CANIS ILLE PER AETHRAM.
SI PRESENTANO QUI PRECISAMENTE LE STESSE RIFLESSIONI CHE PER IL PASSO DI CICERONE. IL CANE DESIGNATO È L’INTIERA COSTELLAZIONE, NON UNA STELLA SPECIALE. RUTILUS SIGNIFICA QUI NULL’ALTRO CHE SPLENDIDO, BRILLANTE, NON SI POTREBBE TRADURRE PER ROSSO.
3. Rufo Festo Avieno ha fatto in versi esametri una parafrasi latina del libro di Arato, che è quasi lunga il doppio dell’opera originale. I seguenti versi trattano del Cane e di Sirio (p. 151):
.... sic fiammigero dislinguittir astroAetheriae Canis ille plagae, cui plurimus ardor
Aestuat in mento; multus rubor induit ora;
Stridit anhelanti face pestifer; aëra motuTorret, et immodici terras coquit ignibus astri.
Hic varios ardet stellis rutilantibus artus;
Sed non est similis cunctis vigor; undique quippeAlvus cyanea est; mento gravis effluit ardor
Qui formidato sub nomine Sirius aethramUrit. Huic rutilos si Sol adflexerit axes,
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