Fin qui il dotto e cortese Professore del Museo di Torino. Come si vede, da queste iscrizioni, malgrado il loro numero, non è possibile ricavare alcuna indicazione positiva circa il color bianco di Sirio. Forse di qualche maggior peso è l’argomento negativo, che esse danno circa il color rosso della medesima stella. Se infatti Sirio fosse stato più rosso di Marte (siccome dovremmo stando all’autorità di Seneca), sembra difficile, che qualche indizio non avesse a trovarsi di ciò nelle iscrizioni. In questa opinione siamo confermati considerando il caso parallelo di Marte e il modo con cui gli Egiziani .si sono comportati rispetto a questo pianeta. Nel medesimo tempio di Dendera, e precisamente nelle due celeberrime rappresentazioni zodiacali ad esso , sono rappresentati e distinti per nome i cinque pianeti; il nome di Marte è Her-tosch, sarebbe come dire in latino Horus rubens328. Questo medesimo nome di Marte si trova ripetuto in parecchi altri monumenti e due volte sta scolpito nel soffitto del cos? detto Ramesseum a Tebe329; cos? pure è usato nelle tavolette astronomiche che il rev. Stobart port? dall’Egitto, e furono studiate filologicamente da H. Brugsch e astronomicamente di W. Ellis330. In altri monumenti Marte è designato come Horo lucente, stella del cielo orientale, stella che cammina retrogradando331: nelle quali ultime parole vi è una manifesta allusione alle irregolarità del moto di Marte, le quali sono ben più apparenti che quelle di qualsivoglia altro pianeta. Nel Libro dei Morti al Capo XVII, si enumerano i sette Spiriti luminosi che accompagnano il sarcofago di Osiride.
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